Londra: Daniel Barenboim alla Royal Festival Hall

 

West-Eastern Divan Orchestra e Daniel Barenboim alla Royal Festival Hall

 

Lunedì scorso, la Royal Festival Hall di Londra ha ancora una volta (la seconda quest’anno) accolto la West-Eastern Divan Orchestra, una fra le più note e valenti compagini orchestrali giovanili al mondo, che, oltre all’ovvio compito di contribuire alla diffusione del discorso musicale, ha, fin dalla sua fondazione , nel 1999, anche la missione di portare avanti un messaggio di pace e fraternità mai così importante come in questo momento, visto che si tratta di un ensemble che riunisce musicisti provenienti da vari paesi del mediterraneo medio-orientale, inclusi Israele e Palestina. Alla sua guida il direttore principale e fondatore (assieme al compianto Edward Said) Daniel Barenboim, quasi ottantaduenne e acciaccato da seri problemi di salute, ma ancora completamente presente a sè stesso e alla musica, e in pieno possesso delle abilità direttoriali e intellettuali che gli sono sempre state proprie. In programma due ‘quarte sinfonie’ ovvero quella, detta‘Italiana’, in La Maggiore Op. 90 di Mendelssohn e quella in Mi minore Op. 98 di Brahms.

L’approccio interpretativo è quello tipico di molte esecuzioni di Barenboim, con una notevole cura e ricchezza di dettagli, un sapiente uso dei colori, un suono grande e denso e i tempi tendenti al comodo necessari ad ottenere tutto questo. Ciò a volte rischia di creare cali di tensione, come in alcuni puntidel primo movimento della Quarta di Mendelssoh, ma in generale quello che non fa l’agogica fanno la timbrica e la dinamica, con un continuo ed efficace gioco di crescendi, accenti, forcelle e momenti, come il Saltarello dell’Italiana e il finale del primo movimento della sinfonia di Brahms, in cui l’orchestra sprigiona un suono veramente impressionante e di grande impatto emotivo. In generale, l’esecuzione della Quarta di Mendelssohn spicca per i toni energici soprattutto nei movimenti estremi e il suono estremamente elegante e rotondo nei due tempi centrali. Della sinfonia di Brahms si apprezzano l’espressività e la grande drammaticità del finale del primo movimento, l’alternarsi fra momenti di pugnace fierezza e slanci di autentica dolcezza nel secondo tempo, un Allegro Giocoso suonato con vera grandeur e, soprattutto, il quarto movimento, eseguito con estrema chiarezza, in bilico fra tormentata intensità e desolata calma.

Il gesto direttoriale, imperioso e (in alcune occasioni) quasi aggressivo che un tempo caratterizzava Barenboim, ora è limitato a qualche cenno o perfino solo ad un’occhiata, ma questo basta al maestro per aver sempre il totale controllo sull’orchestra. La West Eastern Divan suona sempre con grande perizia, un suono sempre sontuoso e svariati interventi di grande pregio soprattutto da parte del primo flauto, dei corni e delle trombe. Come bis viene concesso lo Scherzo da ‘Sogno di una Notte di Mezza Estate’ di Mendelssohn. Alla fine calorosi consensi da una Royal Festival Hall gremita.

La recensione si riferisce al concerto del 4 Novembre 2024.

Kevin De Sabbata

Credit Pete Woodhead

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